Wert H.

Pseudonimo di professione.



Wert H. era un tipo assai bizzarro. Sosteneva di essere uno pseudonimo di professione e andava in giro per il mondo a cercare di guadagnarsi da vivere con la sua arte del falso. Ci accomunava l'amore per il regno delle immagini, in particolare per la fotografia. La prima volta che venne al Motel mi fece vedere le foto del suo primo viaggio a Roma. Aveva fotografato soltanto mani e piedi del Monumento a Wolfang Goethe, situato sul Viale Goethe in una certa Villa Borghese, nella capitale italiana. Il monumento, mi disse, era un dono del Kaiser Guglielmo II, inaugurato nel 1904 e scolpito da Valentino Casali in marmo di Carrara su modelli predisposti da Gustav Eberlein. Sulle ragioni di questa sua scelta mi disse solo che dei vandali avevano disegnato sui piedi e sui polpacci di alcune sculture e che questa assoluta mancanza di rispetto lo aveva disturbato moltissimo. Era andato via indignato, ma poi capì che si trattava di un segno, tornò indietro ed esaurì le 24 pose della sua pellicola con i particolari sopra citati:

Un'altra volta aveva fotografato solo la vetrina di un ospedale per bambole, in particolare le teste:


Diceva che per lui rappresentavano, su piano simbolico, un nuovo aspetto della Vanitas nell'epoca contemporanea.

Qualche tempo prima, invece, aveva fotografato la sua pelle. Diceva che, se tanto un giorno o l'altro avrebbe dovuto lasciarla, tanto valeva prima fotografarla: